12 novembre 2018 al Centro Schuster incontro con Don Antonio Mazzi e Marco Beretta sul tema “Lo sport può essere ragione di vita? “

Di VALERIA CROSIO

Lo scorso 12 novembre si è svolto il primo incontro di formazione del nuovo anno sportivo, aperto ad allenatori, dirigenti, genitori ed atleti del Centro Schuster sul tema “Lo sport può essere ragione di vita? “. L’incontro ha avuto come moderatore Fabio Pizzul, giornalista e consigliere regionale che ha avuto il compito di formulare domande sul tema citato a don Antonio Mazzi, fondatore della comunità di recupero Exodus e a Mario Beretta, responsabile delle squadre giovanili del Milan. Fabio Pizzul ha introdotto la serata evidenziando che lo stimolante tema dell’incontro è stato scelto, a tre settimane dal dodicesimo anniversario della morte, per fare memoria del fondatore del centro Scuster, Padre Lodovico Morell, che sull’educazione attraverso lo sport ha costruito un pezzo significativo della sua vocazione di gesuita, fondando sullo sport una vera e propria scelta di vita. Il moderatore ha poi fatto alcune domande a don Antonio Mazzi e Marco Beretta chiedendo se lo sport possa essere ragione di vita, se nell’ambito dello sport si possano costruire relazioni importanti e decisive per la propria vita, come si possano affrontare le dimensioni di fallimento e di sconfitta che il mondo dello sport può abbracciare, come si possa convincere i ragazzi che hanno abbandonato lo sport a riavvicinarsi ed in questa circostanza quale debba essere il ruolo dei loro genitori. Don Antonio Mazzi, ha affermato che lo sport può creare relazioni autentiche, sottolineando l’importanza dello spirito di gruppo che lo sport può creare e dal quale possono sorgere i rapporti veri tra i ragazzi. Marco Beretta ha aggiunto che è importante a questo scopo il ruolo dell’allenatore che non deve solo insegnare i fondamentali dello sport per creare grandi campioni, ma anche trasmettere un bagalio di esperienze di cultura, di valori e di relazioni che possono servire nella vita di tutti, anche dei tanti che non sfonderanno nel mondo dello sport. Don Mazzi, attraverso il racconto delle proprie esperienze con i ragazzi, talvolta esperienze di fallimento e di dolore, ha comunicato che lo sport può essere creatore di in modo nuovo di vivere e e che attraverso di esso si può arrivare a riconoscere il merito degli altri, accettando anche che gli altri possano essere migliori di noi, cosa che solitamente è difficile da accettare. Marco Beretta su questo argomento ha evidenziato che molti abbandoni precoci dello sport siano dovuti al fatto che tanti ragazzi cercano di emulare gli sportivi per il loro successo sociale e non per i loro traguardi sportivi. E’ invece importante che i ragazzi imparino a raggiungere, attraverso l’impegno dei loro allenamenti, i propri piccoli successi personali, come migliorare sé stessi. Sul ruolo dei genitori sia Marco Beretta, sia Don Mazzi hanno sottolineato l’importanza del supporto delle famiglie che devono sostenere i ragazzi che già fanno sport non spingendoli a diventare per forza dei campioni proiettando su di loro le aspettative che non sono riuscite a realizzare su sé stessi, ma neanche sminuire l’importanza dello sport che non deve essere considerato superfluo né un di meno rispetto agli altri impegni dei ragazzi. La dimensione del gioco è importante e per questo è fondamentale che i genitori spingano i ragazzi a fare sport, riconoscendo allo stesso un ruolo fondamentale per l’educazione e la crescita dei ragazzi. L’incontro si è concluso dopo brevissimi interventi di alcuni ospiti presenti all’incontro, tra cui Carlo Recalcati e Giandomenico Ongaro ex giocatori ed allenatori di basket, Don Stefano Guidi, responsabile della FOM (Federazione Oratori Milanesi) e Dionigi Cappelletti, ex allenatore delle nazionali di basket in carrozzina, e dopo il saluto alla ex campionessa di sci presente in sala, Claudia Giordani, già presente al Centro Schuster in passato a raccontare la propria esperienza nel mondo dello sport. L’incontro, al quale hanno partecipato oltre un centinaio di persone tra allenatori, dirigenti, genitori e giovani atleti, è stata un’importante occasione di comprendre come lo sport può realizzare la nostra vita, tema fondamentale in un centro sportivo dove lo sport viene proposto come mezzo per l’educazione e la crescita dei ragazzi, quale è il Centro Schuster.

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