PIZZUL: VI SPIEGO I 4 PILASTRI DELL’IMPEGNO POLITICO SECONDO PAPA FRANCESCO

Fabio Pizzul, giornalista e consigliere comunale a Milano
Fabio Pizzul, giornalista e consigliere comunale a Milano

All’interno del percorso della Scuola della fede su “Fede cristiana e impegno socio-politico” proposto da don Egidio Giuliani, nuovo parroco di Santo Spirito, l’ultimo appuntamento di Giovedì 6 novembre è stato caratterizzato dall’incontro-testimonianza con Fabio Pizzul, che dopo una lunga esperienza professionale da giornalista e l’esperienza di presidente diocesano di Azione Cattolica, ha deciso di dedicare alcuni anni della sua vita all’impegno politico, all’interno del Consiglio regionale lombardo. Pizzul ha esordito spiegando che la politica deve provare a rappresentare gli “interessi”, non in senso negativo, e cioè le ragioni, i bisogni dei cittadini, che a loro volta devono orientare le decisioni. Pizzul ha raccontato di essere entrato in politica nel 2010, anche se  “politica” la faceva già prima come giornalista e nell’AC. Dalla primavera 2010 opera in ambito istituzionale dove è stato chiamato come espressione e in rappresentanza del mondo cattolico. L’invito a candidarsi è stato una provocazione che per lui si è trasformata in pro-vocazione, perché si è sentito chiamato. Pizzul ha approfondito il tema della serata affermando che, in generale, i cattolici in politica rischiano di essere molto strumentalizzati. Anche a lui è capitato con la legge di due anni fa che voleva imporre il crocefisso nelle aule della Regione. Pizzul si è opposto perché si sarebbe trattato di una imposizione per legge, non di una scelta e questo è contrario al Vangelo. Molti si sono stupiti che proprio lui in quanto cattolico si opponesse a tale legge, ma – ha spiegato Pizzul – che in questo modo ha voluto ribadire che la sua azione non era fedele ai proclami, ma allo stile del Vangelo. Secondo Pizzul il cattolico in politica deve essere innanzitutto competente, comprendere le tematiche che gli vengono presentate per saper discernere. Il giudizio non deve venire da un pre-giudizio ideologico ma deve derivare da una valutazione, dal chiedersi se quello che si sta per decidere può portare a un di più di umanità per i cittadini che gli sono stati affidati. Pizzul, in quanto cattolico, nel suo impegno politico, si propone soprattutto tre obiettivi: 1. Essere rispettoso delle persone; 2. Essere attento ai più deboli (mettere al centro i poveri e le periferie); 3. Avere atteggiamenti che creino buone relazioni. La recente enciclica Evangelii Gaudium contiene, secondo Pizzul, quattro indicazioni fondamentali per il discernimento politico: 1. Il tempo è superiore allo spazio:  avere una visione che superi il contingente; 2. L’unità prevale sul conflitto: cercare le cose che uniscono piuttosto che quelle che dividono; 3. La realtà è più importante dell’idea: basarsi sulla condizione effettiva dell’uomo; 4. Il tutto è superiore alla parte: fare azioni che mirino al bene di tutti. Il cattolico anche in politica, non deve imporre i propri valori, ma persuadere gli altri con una testimonianza tale che contagi gli altri, che in tal modo si persuadono della bontà dei suoi valori. In conclusione, come nella famosa frase di S. Ignazio di Antiochia “è meglio essere cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo”.