UMANIZZIAMO IL LAVORO

di Giovanni Agnesi

Come mi ero impegnato nel numero precedente vi informo ulteriormente sulla 48° Settimana Sociale dei Cattolici partecipata da ben 1300 delegati, dove sono emersi pensieri e valutazioni, ma cosa più importante, una serie di proposte concretissime indirizzate a tutte le realtà sociali e politiche del Paese. Proposte scaturite dal nuovo modo di preparazione e di ricerca svolto in tutte le Diocesi, che con il progetto Policoro e dai Cercatori di LavOro ha fatto incontrare sui territori imprese, istituzioni formative, amministrazioni e moltissimi innovatori che hanno realizzato o favorito la creazione di buon lavoro. Cioè, quelle imprese virtuose che non hanno come scopo ultimo il puro profitto economico fine a se stesso, bensì fonte di positiva ricchezza condivisa ed inclusiva per tutti. Pertanto non solo abbiamo avuto i contributi degli esperti, delle autorità e dell’establishment, ma delle ricche e numerose esperienze ed iniziative provenienti dal basso, presenti nei territori. Da queste si conferma che a trainare l’economia dell’Italia è la manifattura di qualità che spesso non trova lavoratori qualificati, il settore socio-assistenziale sempre più importante con i servizi alla persona, l’enogastronomia, l’arte, la storia e la cultura.

Tra le cause della disoccupazione e delle varie criticità emerse dal dibattito figurano in termini estremamente sintetici: “investimenti senza progettualità, finanza senza responsabilità, tenore di vita senza sobrietà, efficienza tecnica senza coscienza, politica senza società, rendite senza ridistribuzione e richiesta di risultati senza sacrifici”.

A fronte di tali considerazioni occorre una vera e propria conversione culturale per umanizzare il lavoro, legata alla riscoperta del senso del lavoro mediante nuovi rapporti sociali dove l’imprenditore non deve confondersi con lo speculatore. In presenza di una cultura segnata da un pluralismo disarticolato e frammentario ogni nostra azione appare svilita, limitata e parziale, mentre tutto è connesso alle realtà che ci circondano.

La sfida quindi è di offrire a tutti non solo un posto di lavoro, ma una autentica opportunità di partecipare con le proprie risorse e la propria creatività ai processi economici, sociali e culturali in cui il proprio lavoro si inserisce. Perciò come viene affermato nel documento preparatorio della 48° Settimana “Instrumentum laboris”: “ Il lavoro è degno quando rispetta la vita delle persone e dell’ambiente […] quando rispetta il ritmo e i tempi della vita […] quando viene prima del risultato economico, rispetta le regole, le relazioni di fiducia e affidabilità indispensabili ad ogni convivenza civile.”

In base a queste valutazioni sono state presentate le seguenti proposte concrete: si sollecita l’Europa ad armonizzare le politiche fiscali, superare i paradisi fiscali interni all’Unione europea (Montecarlo, Lussemburgo, Liechtenstein), fare investimenti strutturali per sostenere il lavoro e che la Banca Centrale Europea abbia come obbligo nello statuto quello di sostenere l’occupazione. Altre iniziative presentate per ridurre in misura più consistente la disoccupazione giovanile sono: intervenire con gli incentivi all’assunzione in modo continuo rafforzando la filiera formativa per tutti i lavoratori; canalizzare i risparmi e gli investimenti verso le piccole imprese e imprese sociali più attente alle realtà ambientali; cambiare totalmente il sistema degli appalti che ora avviene per il 60% al massimo ribasso rischiando il più delle volte economie di risparmio pericolose sul personale e sui materiali usati, inserendo tra i parametri la responsabilità sociale, ambientale e fiscale; rimodulare la giungla delle aliquote IVA (4%,10%,22%) favorendo le imprese che rispettano i criteri ambientali e sociali; ridurre lo scudo fiscale e i tempi della giustizia civile che frenano gli investimenti e la creazione dell’impresa; intervenire in modo strutturale a rafforzare la filiera formativa e professionalizzante nel sistema educativo italiano che faccia da ponte tra scuola e azienda.

Papa Francesco ribadisce che: “L’attuale sistema economico mira al portafoglio degli azionisti e ai consumi senza preoccuparsi della dignità del lavoro e della tutela dell’ambiente.”

Infatti la crisi economica mondiale è iniziata dalla crisi della finanza, che si è trasformata in crisi dell’economia e dell’occupazione, e poi in crisi ambientale e sociale. Umanizzare il lavoro è impegno di ognuno di noi.

Inoltre il Presidente della CEI ricorda che: “Per noi credenti la Domenica significa riunirsi in assemblea per celebrare l’Eucarestia che ci dona la forza per affrontare le difficoltà quotidiane, ma della domenica ne ha bisogno anche la società secolarizzata; ne ha bisogno la vita di ogni uomo, ne hanno bisogno le famiglie…”