ETTORE, FRATELLO DEGLI ULTIMI

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E’ in corso presso la Biblioteca Comunale di Crescenzago (dal 5 al 25 Marzo) la mostra di Egidio Guarino “I Clochard : le diverse sfumature dei grigi nell’arte evidenziano gli invisibili nella vita quotidiana” .

Questo titolo riporta alla mente la figura di Ettore Boschini, conosciuto da tutti i milanesi come Fratel Ettore. Non vuol essere questa l’occasione per ripercorrere minuziosamente le sua vita e le sue opere, ma solo un semplice modo per ricordarlo e soprattutto ricordare coloro ai quali, ha cercato di dar voce : i bisognosi e i senzatetto di Milano.

Ha attraversato quasi un trentennio di storia, spendendo la sua vita terrena e dedicando la sua preghiera a favore dei clochard, dei tossicodipendenti , degli emigrati, di tutti quelli che avevano perso, senza chiederlo, il “diritto” di appartenenza alla società.

Ha cercato con cristiana abnegazione la “miseria” , scovandola in ogni anfratto cittadino. Ha porto la mano carica di speranza a chi aveva acquisito “diritto” di cittadinanza e appartenenza, solo all’ultimo gradino della scala sociale.

Ha lavorato ogni giorno senza sosta, per poter ridare ai diseredati e ai derelitti, la condizione di essere umano, fosse anche solo la parvenza. Lo ha fatto contando su un manipolo di volontari, una sorta di moderna armata Brancaleone, persone che provenivano dalla stessa situazione di coloro ai quali veniva portato aiuto ; gli ultimi per gli ultimi e con gli ultimi. L’equazione matematica più vicina a Dio, la miglior approssimazione al Suo amore di Padre.

“La vita ha senso solo se ci si accorge di chi ci sta accanto e può aver bisogno di noi” e “Senza il suo aiuto (la Vergine Maria), non avrei saputo combinare niente”, sono solo due delle frasi che ci lasciato in qualità di testimone “scomodo” dell’amore di Dio, quell’amore spesso volto alla scuotimento delle coscienze.

In questo tempo di Quaresima, c’è un Vangelo che aiuta ad una ulteriore riflessione, è quello di Giovanni (12,1 – 11)  Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».  

A dieci anni dalla sua scomparsa (20 agosto 2004), la povertà è forse peggiorata, gli ultimi sono sempre più numerosi e sempre più ultimi. Oggi si chiamano clochard, quasi che l’utilizzo di questo francesismo potesse ingentilire la condizione di individui che la vita ha portato all’imbarbarimento più totale. 

Ieri, nel centro di Milano, era parcheggiata l’auto della congregazione di Fratel Ettore, con l’immancabile statua della Madonna legata al tetto.

Era lì che sostava distratta, con quel non so che di fuori luogo, tra Maserati e Aston Martin, nel “quadrilatero” delle grandi firme, come a ricordare che la povertà, come il lusso, non passa mai di “moda”.