MARTINITT: IL TEATRO A LAMBRATE

DI Emiliano Brivio

Il Teatro dei Martinitt di via Pitteri 58 costituisce da qualche anno uno dei poli culturali più attivi della nostra zona. Per comprendere meglio il funzionamento di questa bella realtà, abbiamo fatto una chiacchierata con Ussi Alzati, che del teatro è direttrice.

Come sta andando il vostro teatro e che rapporto avete con il territorio di Lambrate?

Il teatro espande la sua attività di anno in anno; per ora siamo intorno ai duemila abbonati, stiamo crescendo, facciamo bei numeri e notiamo un incremento rispetto all’anno passato. Siamo partiti nel 2010 da zero e non sono stati anni facili, principalmente a causa della congiuntura economica.

Quando abbiamo iniziato il grosso degli abbonati apparteneva al territorio, mentre ora è aumentata la presenza di spettatori che arrivano dalla città o dall’hinterland. Il nostro è sempre più un teatro della città metropolitana ed è comodo raggiungerci, l’uscita della tangenziale è vicina e c’è grande disponibilità di parcheggi.

Il cinema nasce invece da un’esigenza del quartiere, per un pubblico territoriale che viene da noi “in pantofole”. Il teatro cresce e ha l’esigenza di crescere ancora.

Siamo entrati nel territorio e nel panorama teatrale con una scelta molto precisa, che è quella di proporre esclusivamente commedie brillanti, il che costituisce un’anomalia nella situazione milanese.

Perché avete operato questa scelta?

Noi come Cooperativa La Bilancia lavoriamo da più di vent’anni nell’ambito della commedia brillante e io nello specifico da sempre; a Milano questa realtà è storicamente poco rappresentata, specie se in cartellone mancano nomi di richiamo. Abbiamo deciso di “riempire un vuoto” nel panorama del teatro milanese e diventare la casa delle commedie inedite o meno conosciute, dei nomi nuovi o non ancora affermati. Il pubblico ha risposto con entusiasmo, al punto che stiamo richiamando professionisti più noti, e anche se questo non costituisce necessariamente una priorità è utile alla crescita del teatro. Il Teatro dei Martinitt sta diventando un marchio riconosciuto a cui si associa la commedia brillante di qualità, e questo vale sia per il pubblico che per gli addetti ai lavori.

Come selezionate quali commedie rappresentare?

La nostra è una scelta principalmente dettata dal gusto. Cerchiamo inoltre di offrire una certà varietà, di proporre commedie adatte ad un pubblico di diverse età, ma anche spettacoli più surreali. Prediligiamo le commedie corali a quelle con pochi attori; non è molto facile perché in Italia e in particolare al nord le produzioni sono poche. Questo è il nostro punto fermo comunque, proporre commedie brillanti inedite o poco rappresentate di autori contemporanei. All’interno della stagione troviamo spazio anche per spettacoli meno canonici, ad esempio quest’anno «Non aver paura» non è proprio una commedia, somiglia più all’esperienza del “tunnel dell’orrore” tipica del luna park. Cerchiamo sempre di offrire al pubblico qualcosa che abbia come matrice un linguaggio brillante e vicino a quello della commedia tradizionale. Da noi si viene per passare una serata insieme, in un ambiente che spinge alla socializzazione; come in un salotto, i vicini di poltrona si conoscono, scambiano due parole. Per noi il teatro consiste anche in questo, nel creare un’occasione di incontro.