UNA NUOVA FORMA PER MILANO

La situazione dell’architettura in questo periodo storico è complessa a causa di diversi fattori fra loro competitivi. La forma delle costruzioni deve essere la sintesi del modo di vivere di un luogo ed tempo preciso. Quindi già il concetto dell’architettura globalizzata secondo la quale vediamo crescere città simili tra di loro, presenta numerosi dubbi sulla sua validità. Esiste una lotta tra il pensiero specifico presente nelle varie nazioni della terra ed una maniera globalizzata, di intendere la nostra filosofia di vita. Se la prima visione rimane attaccata ad una serie di culture che devono essere attualizzate per potere sopravvivere, la seconda tende a massificare tutta la popolazione su di una serie di consumi e di abitudini comuni . La massificazione operata da gruppi multinazionali utilizza a suo vantaggio la maggioranza dei mezzi di comunicazione distorcendo l’informazione. Gli esempi di questa gestione si vedono nei programmi televisivi, radiofonici, nel cinema, nella musica e nella stampa. Per sfuggire a questa coercizione avvolgente si assiste al tentativo di caratterizzare la propria opera aggiungendo qualcosa di assolutamente riconoscibile. Questa via in architettura può portare ad operazioni nelle quali si riconosce il solo progettista a discapito dell’opera. In questa situazione “culturale” come si può pensare ad una progettazione non solo rispettosa delle regole tecniche, ma anche soddisfacente le necessità specifiche dei fruitori e del loro territorio ? La struttura culturale che sostiene l’immagine della metropoli sviluppata in altezza, nata in America del nord, essendo basata solo sulla componente economica è molto fragile, ma soprattutto sensibile alle istanze dei possibili acquirenti. Nel campo immobiliare il fruitore oggi è particolarmente sensibile a due argomenti : l’ecologia ed il risparmio energetico. Per permetterci di operare un reale cambiamento il secondo è indubbiamente il più utile. L’ecologia ha il difetto di aumentare le spese a carico del singolo per un miglioramento globale e futuro di un ambiente collettivo, quindi la sua attuazione avviene solo limitatamente. Negli stati con legislazioni più permissive in questo ambito si ripetono gli errori già riscontrati tempo fa negli Stati Uniti ed in Europa.
Le grandi città di Africa, Cina , India , Sud America, Arabia lo confermano. Il risparmio energetico ha oltre al risvolto ecologico anche un importante vantaggio economico: si può valutare in anticipo il risparmio di gestione.

Si possono anche cercare forme e spazi più consoni a questi scopi leggendo tutta la serie delle esistenti indicazioni di tipo legislativo come orientative e non coercitive. Esistono a questo scopo dei corsi organizzati dalle università, che possono ridimensionare la componente economica e nel contempo darsi il compito di proporre nuove soluzioni. In questa ottica le normative esistenti devono essere riproposte adattate alle nuove esigenze tecnologiche.
I parametri urbanistici, igienici, strutturali vanno conosciuti anche per cercare una loro possibile evoluzione. Per formulare possibili modifiche da proporre occorre non disconoscere la specificità del contesto nel quale si opera , perché sarà proprio questo che ci fornirà le indicazioni più utili.
A questo proposito si può vedere come nell’operazione di unificazione delle legislature tecniche interessi di tipo politico tendano ad omogeneizzare il tutto ad un unico livello .  Quindi per tornare al campo progettuale le forme da dare ai nostri progetti vanno contestualizzate al territorio nel quale insistono, al tipo di popolazione che li utilizzerà, al clima nel quale devono vivere.

 Stefano Cozzaglio