Italia 2014, più emigrati che immigrati

DI ROBERTO CISINI

Il dossier 2015 del Centro Studi IDOS sull’immigrazione rileva alcuni dati davvero interessanti, tra questi che, nel 2014, sono emigrati 155 mila italiani a fronte di 92 mila stranieri immigrati.

La migrazione delle genti è un fatto strutturale e non contingente.
Nel 2014 ben 240 milioni di persone, a diversa ragione, hanno abbandonato il loro paese d’origine. Le motivazioni del fenomeno non sono solo quelle di evitare guerre e carestie, ma la eccessiva diseguaglianza economica tra paesi ricchi e paesi poveri.

Attualmente nell’Unione Europea, i cittadini stranieri ammontano a circa 34 milioni, pari al 6,7% sul totale. Vivono soprattutto in Germania, 7 milioni, in Gran Bretagna ed in Italia, 5 milioni ciascuno, in Spagna, 4,7 milioni e in Francia, 4,2 milioni. L’Italia vede 5 milioni di stranieri vivere sul territorio e, nello stesso tempo, 4,6 milioni di italiani iscritti all’albo dei residenti all’estero. Nel nostro paese le comunità più presenti sono quelle della Romania (1,1 milioni), dell’Albania (490 mila), del Marocco (450 mila), della Cina (265 mila) e dell’Ucraina (228 mila).

Importante risulta il contributo economico che gli stranieri danno al Prodotto Interno Lordo italiano, rispetto ai servizi che ricevono. Secondo l’Istat risultano occupati 2,3 milioni di immigrati (gli altri sono coniugi, genitori e figli in età scolastica). Le entrate fiscali e previdenziali a loro ascrivibili sono state, nel 2013, pari a 16,6 miliardi di euro, mentre le uscite sostenute nei loro confronti sono state inferiori, pari a 13,5 miliardi. Il contributo da loro dato al PIL nazionale è stato di 123 mila miliardi (8,8% del totale). I lavoratori stranieri versano, ogni anno, circa 8 miliardi di euro di contributi, ma ne lasciano circa 3 miliardi nelle casse dell’INPS perchè rientrati nel paese d’origine o trasferiti in altra nazione. I “non comunitari” beneficiari di pensioni e invalidità sono circa 35 mila (0,2% del totale, mentre il loro contributo all’INPS –ricordiamo- è dell’8,8%).

Gli stranieri che sono più giovani degli italiani utilizzano poco i servizi sanitari, in 10 anni la spesa per il ricovero ospedaliero di stranieri è aumentata del 53% a fronte di un aumento del 161% del loro numero. Complice la crisi occupazionale e la difficoltà di accedere ai mutui, la maggioranza degli immigrati, il 63%, vive in affitto, il 19% ha acquistato un’abitazione ed il 10% vive in coabitazione con parenti e amici.

Dati precisi sulla religione professata non ci sono, ma i ricercatori stimano che il 54% degli immigrati residenti in Italia professi la religione cristiana (2 milioni e 700 mila), il 32 % quella islamica (1 milione e 600 mila), il 7% aderisce a religioni orientali (330 mila).

Per quanto riguarda la criminalità, in Italia, nel periodo 2004-2013 le denunce penali sono passate da 692 mila a 897 mila. Quelle nei confronti di italiani sono aumentate del 28%, quelle a carico degli stranieri sono diminuite del 6%, pur a fronte di un aumento significativo del loro numero. Al giugno 2015, nelle carceri italiane, erano presenti 52.700 persone di cui 17.200 stranieri (32,6% del totale). Quattro punti % in meno rispetto a 5 anni fa. Nel 2014 sono stati fermati 31 mila stranieri irregolari, il 50% dei quali rimpatriato.

Il dossier termina con l’osservazione che, se in tutte le regioni italiane ogni anno si organizzano iniziative all’insegna dell’Intercultura, purtuttavia sono in aumento atti di discriminazione su base etnico-razziale, riconosciuti veri nell’83% dei casi denunciati.

Dossier immigrazione 2015